Nel precedente articolo abbiamo visto come si è creato un blocco nel negoziato tra Governo Italiano e Istituzioni Europee.
Davanti a questo blocco, il Governo Italiano ha provato a fare ciò che noi chiamiamo “Riformulazione della Proposta Negoziale": cambiare le variabili in gioco senza cambiare l’ammontare complessivo.
Ecco infatti che, nel testo finale della Ddl Bilancio trasmesso alla Camera con 15 giorni di ritardo sulla tabella di marcia, ci sono solo i fondi, 16 miliardi nel 2019. E si deduce tra le righe che esiste la possibilità di far confluire le risorse che eventualmente saranno risparmiate nell'applicazione delle due misure al contenimento del deficit quando, e se lo spread raggiungesse livelli di guardia. (questa parte non l'ho proprio capita)
Il totale non cambia ma la forma in cui è presentato è differente!
In situazioni come questa, una mossa possibile, spesso molto efficace, è riformulare la nostra proposta per venire incontro alle inibizioni, le remore e perplessità della nostra controparte.
Senza mettere nulla di più sul tavolo.
In una parola, riformuliamo perché spesso non è il numero, nudo e crudo, a fare la differenza. Riformuliamo perché la scala di valori della controparte può, e spesso lo è, essere differente dalla nostra.
Come diciamo sempre in Scotwork: un no della controparte non è la fine del negoziato, ma l'inizio.
Vero è che, se come appare dalle ultime notizie il comportamento della Commissione resterà granitico, in quello che noi chiamiamo no Deal Focus, allora non rimarrà che mettere mano al portafoglio, ovvero contrattare!
Chissà se il Governo Italiano avrà riformulato in modo efficace?
Potremo solo verificarlo dopo il 13 di Novembre.