Yannis Dimarakis, managing Partner di Scotwork Hellas, ha inviato al network di Scotwork presente in 36 Paesi nel mondo la sua interpretazione in chiave negoziale della trattativa tra il neo-eletto governo greco di Alexis Tsipras e la “troika”, ovvero l’organismo di controllo costituito da rappresentanti della Commissione Europea, della Banca Centrale europea e del Fondo Monetario Internazionale. - Articolo selezionato da Stefano Beretta.
La maggior parte di voi ha seguito (in parte almeno) i negoziati tra il governo greco recentemente eletto e i suoi partner europei. A seconda della sua convinzione politica, un osservatore può valutare in modo diverso l’esito della trattativa.
L'accordo è stato un grande successo o una capitolazione completa del governo greco? Credo che molti di noi sarebbero d'accordo che non è stato nessuno dei due. Una trattativa non è una battaglia in cui entrambe le parti escono vittoriose, dopo aver colpito a morte la controparte. I negoziati sono un compromesso in cui le parti fanno concessioni su questioni di minore importanza, al fine di ottenere risultati su questioni di grande importanza. È vero, quando i problemi sono considerati di grande importanza per tutte le parti e le differenze esistono, ci vogliono i negoziatori esperti per portare avanti il processo.
Allora, se nessuno è stato chiaramente un vincitore, è stato un “buon accordo”? Prima di dare la mia opinione, permettetemi di definire ciò che è " buon accordo". Due criteri devono essere soddisfatti, per rendere un accordo "buono". Il primo criterio ha a che fare con il contenuto. L'accordo finale deve almeno soddisfare i requisiti più importanti in modo sostenibile per tutte le parti. Questo è piuttosto evidente.
Il più importante tuttavia, è il secondo criterio. Questo ha a che fare con la formulazione. Cioè, facendo in modo che tutte le parti salvino la faccia e siano autorizzati a rivendicare alcuni vantaggi se non è una vittoria chiara. Questo è ciò che permette ai politici di "vendere" un accordo ai loro elettori e andare avanti, anche quando il contenuto effettivo dell'accordo finale lascia molto a desiderare. Quindi, per quanto strano possa sembrare, la formulazione è spesso l'elemento più importante in un accordo.
Considerando questi due criteri, contenuti e (soprattutto) formulazione, ora posso rispondere alla domanda se questo è stato un buon accordo tra la Grecia ed i suoi partner europei. Sì, è stato un buon accordo. Entrambe le parti possono affermare che hanno conservato lo spirito del memorandum precedente (partner UE) o che hanno considerevolmente migliorato lo status quo hanno ereditato dai loro predecessori (governo greco). Tutto quello che dovete fare è scegliere il filtro che volete utilizzare, quando date la vostra opinione.
Yannis Dimarakis Managing Partner, Scotwork Hellas